MSD: pembrolizumab, prima e dopo la chirurgia, riduce del 27% rischio recidiva o morte nei tumori della testa e del collo

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Nei pazienti con tumori della testa e del collo, l’immunoterapia con pembrolizumab (Keytruda), prima e dopo la chirurgia in aggiunta allo standard di cura, riduce del 27% il rischio di recidiva o morte rispetto allo standard di cura rappresentato dalla sola radioterapia (con o senza chemioterapia) successiva all’intervento.

L’evidenza emerge dallo studio di Fase III KEYNOTE-689, che ha valutato pembrolizumab, terapia anti-PD-1, come regime di trattamento perioperatorio per i pazienti con carcinoma squamoso di testa e collo localmente avanzato e resecato (LA-HNSCC) di stadio III o IVA. I risultati della prima analisi ad interim dello studio hanno mostrato che pembrolizumab ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da eventi EFS (recidiva o morte).

I risultati dello studio
Al follow-up mediano di 38,3 mesi (intervallo 9,0-66,5), il trattamento con pembrolizumab prima dell’intervento (neoadiuvante), poi in combinazione con la radioterapia standard di cura (con o senza cisplatino) dopo la chirurgia seguita dal solo pembrolizumab (adiuvante), ha ridotto il rischio di eventi (EFS) del 34% (HR=0,66 [CI 95%, 0,49-0,88]; p=.0022) nella popolazione CPS ≥10, del 30% (HR=0,70 [CI 95%, 0,55-0,89; p=.0014) nella popolazione con CPS ≥1 e del 27% (HR=0,73 [CI 95% 0,58-0,92]; p=.0041) nella popolazione intent-to-treat (ITT), rispetto alla sola radioterapia adiuvante (con o senza cisplatino) nella popolazione ITT.

Nella popolazione con CPS ≥10, la sopravvivenza libera da eventi mediana è risultata di 59,7 mesi nel gruppo pembrolizumab più SOC (CI 95% CI, 41,1-non raggiunto) rispetto a 26,9 mesi (CI 95%, 18,3-51,5) nel gruppo SOC. Nella popolazione con CPS ≥1, la EFS mediana è stata di 59,7 mesi (CI 95% 37,9-non raggiunto) nel gruppo pembrolizumab più SOC rispetto a 29,6 mesi (CI 95% 19,5-41,9) nel gruppo SOC.

Nella popolazione ITT, la sopravvivenza libera da eventi mediana è stata di 51,8 mesi (CI 95% 37,5-non raggiunto) nel gruppo pembrolizumab più SOC rispetto a 30,4 mesi (CI 95% 21,8-50,1) nel gruppo SOC. Il profilo di sicurezza di pembrolizumab è risultato coerente con quanto già osservato nei precedenti studi; non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza.
Lo studio ha anche evidenziato un miglioramento statisticamente significativo del tasso di risposta patologica maggiore (mPR), uno dei principali endpoint secondari, nei pazienti con CPS ≥10 (differenza tassi mPR: 13,7% [CI 95% 9,7-18,7]; p<0,00001), CPS ≥1 (9,8% [CI 95% 7,0-13,3]; p<0,00001) e nella popolazione ITT (9,3% [CI 95% 6,7–12,8, P<.00001), rispetto alla sola radioterapia adiuvante.

I dati sulla sopravvivenza globale
Una tendenza al miglioramento della sopravvivenza globale (OS), altro endpoint secondario, è stata osservata nella popolazione con CPS ≥10 (HR=0,72 [CI 95% 0,52-0,98]) al momento dell’analisi ad interim per il regime pembrolizumab più standard di cura rispetto al solo standard di cura. I risultati di sopravvivenza globale non hanno raggiunto la significatività statistica alla data dell’analisi ad interim. A causa della gerarchia dei test statistici, non sono stati eseguiti test formali nelle popolazioni CPS ≥1 e ITT. La sopravvivenza globale sarà valutata nella prossima analisi ad interim.

“Come dodicesimo studio positivo di pembrolizumab nei tumori di stadio precoce, i risultati di KEYNOTE-689 testimoniano il nostro impegno nel rispondere a un’esigenza clinica non ancora soddisfatta – sottolinea Marjorie Green, vicepresidente senior e responsabile oncologia, sviluppo clinico globale, MSD Research Laboratories – Questi straordinari risultati confermano il potenziale di questo regime di cambiare il panorama di cura per determinati pazienti che affrontano questa difficile malattia. Stiamo collaborando con la FDA e con le autorità globali per poter offrire questa nuova opzione ai pazienti il più presto possibile”.

E’ al momento in fase di revisione prioritaria, da parte della Food and Drug Administration, un’ulteriore richiesta di autorizzazione biologica (sBLA) di pembrolizumab sulla base dei dati dello studio KEYNOTE-689, con data di entrata in vigore del Prescription Drug User Fee Act (PDUFA) il 23 giugno 2025.

Pembrolizumab è attualmente approvato come monoterapia e in regimi di combinazione per pazienti selezionati con HNSCC metastatico o localmente avanzato non resecabile negli Stati Uniti, Europa, Cina, Giappone e in altri Paesi.

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